RECENSIONI NS 10

Da BLACK MILK webzine
Chi ha bazzicato il giro hardcore italiano e comprava le fanzines negli anni Novanta non può non aver mai sentito nominare (e possedere qualche numero, almeno) di Nessuno Schema, la fanzine che assemblavano Claudio C. e Marco S. – coadiuvati da una squadra di collaboratori vari ed eventuali.Dall’ultimo numero uscito sono passati anni e anni (eravamo a inizio anni Duemila se non erro, ma la mia memoria è bucatissima – ho controllato: si parla di 11 anni), ma Nessuno Schema non è mai ufficialmente stata chiusa e quindi rieccola con un numero 10 mastodontico – in pratica un libro. Tra l’altro il tutto è stampato professionalmente (no fotocopie!) e rilegato in brossura, proprio come un qualunque libro che potreste comprare a 10 euro o più… ma questo ne costa incredibilmente solo 5 ed è impaccato di roba, scritta fitta e densa… insomma un’esperienza totale.
In 200 pagine abbondanti Claudio ha praticamente riversato 11 anni di recensioni, concerti, trasferte, riflessioni… una specie di ibrido tra il diario, la fanzine hardcore/punk, il romanzo di formazione e la più sana letteratura comico-demenziale (chi conosce Nessuno Schema sa di che tipo di umorismo stiamo parlando).
Forse è di cattivo gusto, da parte mia, recensire qui e parlare in termini entusiasti di questo numero, visto che oltre ad avere io dato un piccolo contributo in forma di blurb in quarta di copertina, in diversi frangenti si parla anche di Valentini che qui è più o meno il capo… però non è possibile non riconoscere la maestosità di questo lavoro.
Che sarebbe altrettanto maestoso al netto della presenza del succitato vecchiardo farfugliante (in senso affettuoso), perché la farina è tutta invariabilmente e in maniera sacrosanta di Claudio. Calcio, hardcore, metal, vacanze, columns tematiche, retrospettive su dischi del passato, vita vissuta, riflessioni musical-introspettive, humour di grana deliziosamente grossa (personaggi politically correct da competizione, non prendetevela… il problema siete voi)… immaginate un milkshake di Husker Du, Paolo Villaggio, Kina, Abatantuono e Darkthrone: tanto per farvi un’idea anche solo vaga di ciò che vi investirà come un treno in corsa leggendo Nessuno Schema numero 10.

(Brian “Speedball” Folagra – Milano, 7 Luglio 2013)


Da FORTHEKIDSXXX webzine
“E niente è cambiato, anche se là fuori è tutto diverso”.
Ecco basterebbe questa frase estrapolata dalla quarta copertina ad opera di Brian Folagra, per capire cosa sia “Nessuno Schema”. Ci sono voluti 11 anni a Claudio, “orfano” del suo più stretto collaboratore Marco per chiudere il cerchio. 204 pagine per racchiudere emozioni, risate, momenti meno felici di un quarantenne con lo spirito di un ragazzino.
Sinceramente un pò ci siamo commossi quando ci è arrivata per le mani, perchè “Nessuno Schema” per noi qui a Forthekidsxxx è stata davvero importante.
Il mondo di Claudio è tutto qui dentro: hardcore, punk, metal, i concerti, i viaggi, il calcio, l’hockey, i suoi amori, la famiglia, gli amici, il lavoro e tanto tanto altro.
“Nessuno Schema” ha rappresentato un modo di fare una fanzine mai vista prima in Italia (e che non si vedrà più, di questo ne siamo sicuri), uno scardinare i clichè del punk hardcore, del politically correct a tutti i costi. Un modo di ragionare lontano anni luce dai modi di fare “artistici” dell’emo, da quelli troppo seriosi e made in Usa del giro straight edge o da quella cazzonaggine fine a sè stessa del punk rock.
Hardcore vissuto con il sorriso sulle labbra, con la presa per il culo dietro l’angolo, condita dal vivere la vita di tutti i giorni in maniera vera, senza costruirsi personaggi inesistenti per “contare” all’interno della scena hardcore.
Non aggiungiamo altro, solo un consiglio: fatela vostra, costa solo 5 euro più le spese postali. Come direbbero i Sick Of It All: blood, sweat and no tears.

(Marco “Paso” Pasini – Cesena –Fc-, 15 Luglio 2013)


Da ROCKMETALBANDS webzine
Ecco la lungamente attesa decima uscita di ‘Nessuno Schema’, la fanzine del batterista dei Gradinata Nord, a dire il vero un libro patinato che si presenta stampato professionalmente e con una copertina a colori, mettendo assieme 202 pagine scritte in italiano e consistenti di: due interviste, recensioni recenti, recensioni di vecchi albums, articoli ispirati da specifiche canzoni, storie dietro la lavorazione per questo numero e per quelli precedenti, un mare di aneddoti e di pensieri su vita ed attitudine verso di essa, un angolo dedicato al calcio, recensioni di concerti, le date fatte in giro con i Gradinata, articoli sulle vecchie bands del redattore, sui suoi viaggi, le sue uscite a pesca e in mountain-bike, e molto altro.
Claudio (che nella presentazione di se stesso sostiene scherzando di non leggere una fanzine da anni e addirittura di aver smesso di seguire la sua squadra del cuore -l’Inter- dopo il 2010) ormai va raramente ai concerti e la lunga lettura della sua fanzine ha fatto sì che trovassi un sacco di cose in comune con lui. Pure io ho ridotto il numero di concerti a cui assisto dato che tendo a muovermi solo per qualcosa di davvero nuovo e straordinario o se la data ha a che fare col mio lavoro di recensore. Come lui anch’io ho fatte parte di alcune bands (in veste di cantante), anche se non ho inciso nulla con loro (contrariamente a Claudio che invece ha una discografia decente, fra demo e dischi). Ho anche redatto qualche fanzine e al momento gestisco questa webzine più altre attività online. Entrambi abbiamo condiviso esperienze di vita simili prima, durante e dopo i concerti, e leggere questo numero è stato come fare un tuffo indietro nel passato della mia adolescenza e dei miei vent’anni, periodo più felice e facile di adesso.
Dopotutto abbiamo più o meno la stessa età, abbiamo avuto amici e avventure, abbiamo viaggiato e vissuto la pazzia giovanile come gran parte dei metallari, dei rockers o dei seguaci dell’hardcore/punk fra gli anni ’80 e i primi ’90, quindi i miei neuroni-specchio si sono attivati in maniera permanente durante la lettura, anche se io e Claudio non ci conosciamo di persona e neppure abbiamo mai parlato al telefono.
Tutta questa lettura è stato come aprire una vecchia scatola o un cassetto contenente foto, cartoline e appunti dal passato, oppure come incontrare amici o compagni di scuola con cui non sei in contatto da decadi. Lo ammetto, sono decisamente una persona nostalgica, perché il mio passato è stato molto meglio del mio presente, quindi voglio conservare gelosamente nella mia collezione questo numero di ‘Nessuno Schema’ assieme ad altre fanzines, dischi, toppe e così via.
Non penso che la mia famiglia potrà mai capirmi completamente, ma questo è un modo per rimanere connesso alla mia gioventù, una parte della mia vita. Non sarei quello che sono, nel bene e nel male, senza questo ammasso di materiale, quindi perché dovrei rinnegare le mie radici e buttare via tutta questa roba o venderla, quando mi piace ancora e ho comunque abbastanza spazio in casa?
Mi ci sono voluti parecchi giorni per leggere tutta la fanza, ma non perché questa sia noiosa, anzi tutto il contrario! Il motivo è che le pagine sono stracolme di parole e riflessioni che a volte ti fermi a pensare al tuo passato e ricordi eventi simili, piacevoli o meno, sepolti da qualche parte nella memoria. In altre occasioni è assolutamente necessario tornare indietro di qualche pagina per rivedere e ricontrollare riferimenti e date dei moltissimi frammenti che vanno a comporre questo capolavoro.
L’autore, come al solito, scrive e descrive persone e situazioni in maniera diretta ma con un modo di scrivere umile, aggiungendo un mare di dettagli fra parentesi, rendendo il tutto una sorta di diario raffinato. E’impossibile stufarsi durante la lettura di ‘Nessuno Schema’, dato che la fanzine trova sempre un modo per attrarre il lettore ed incollarlo alla sedia/letto dall’inizio alla fine di un articolo. Questo significa che dietro c’è un sofisticato lavoro di revisione durante gli anni spesi dal redattore davanti al computer per completare questo sforzo letterario.
Attitudinalmente la ‘zine non si fa troppi problemi a trattare o recensire vari generi come punk, hardcore, ska, rock o metal, e questo perché chi la scrive ha una vasta conoscenza nei diversi generi che gli concede il lusso di parlare di tutto nella giusta prospettiva quando si tratta di fare paragoni ed analisi. Inoltre Claudio sa essere distaccato e ironico il giusto adesso, proprio com’era spontaneo, frenetico e coinvolto nei suoi progetti musicali e cartacei quando era giovane.
Il nome della ‘zine non è casuale e va a significare l’intenzione di scrivere senza avere limiti e trattando temi che generalmente una fanzine di musica non copre. E anche se questo nome è legato al passato, essendo il titolo di un pezzo dei colossi dell’hardcore italiano Kina, la scelta dei contenuti è decisamente moderna, mentre come tutti sanno una volta era motivo di orgoglio per moltissimi fanzinari il trattare solo ed esclusivamente determinati stili di musica.
I tempi sono cambiati e di conseguenza anche le persone, ma dobbiamo conservare quanto di buono c’è stato in passato: questo è il significato che leggo fra le righe.
Dopo tutti questi anni Claudio è rimasto da solo a lavorare sulla ‘zine a causa dei cambiamenti nella vita dell’altro componente dello staff, ma ciò non limita i molteplici lati che compongono questo piccolo gioiello su carta. Non c’è un articolo meno interessante degli altri, anche se gli episodi, i gruppi e le persone raccontati al di fuori delle recensioni sono per lo più della zona del redattore e non riguardano più di tanto quelli dal resto dell’Italia.
Il più grande limite di ‘Nessuno Schema’ rimane comunque il fatto di essere accessibile solo ed esclusivamente a persone che conoscano la lingua italiana. Allo stesso tempo questo è l’ultimo dei problemi dato che grazie alla fama di questa fanzine le 500 copie sono state piazzate quasi tutte nel giro di poco tempo e senza una vera promozione!
Per i più pigri è in arrivo una versione su internet con tanto di bonus, quindi spero che i lettori riusciranno a trovare il tempo e la voglia di leggere tutte le pagine (o almeno la maggior parte) come ho fatto io e che ciò sia sufficiente per spronare Claudio a far uscire altri e ancor più piacevoli numeri negli anni a venire. Continua così, socio!

(Markus Ganzherrlich – 20 Novembre 2013)


Da ESTATICA webzine
Colico, alta Lombardia, nord Italia. Scena Hardcore-Punk anni Novanta. In due parole: “Nessuno Schema”. Potrei scrivere che è tornata la fanzine che faceva divertire ed esaltare tutti. Proprio tutti, isole comprese stile le consegne di Aiazzone.Quella che tutti aspettavano con trepidazione. Ma sarebbe un errore madornale. Perché “Nessuno schema” non se n’è mai andata: ci ha solo messo un po’ a uscire con il nuovo numero. E niente è cambiato, anche se là fuori è tutto diverso.

Così Brian Folagra introduce questo nuovo numero, nella quarta di copertina.
Un numero che esce ben 11 anni dopo il precedente. Ed esce sempre su carta, anche se sul fronte “tecnico” il miglioramento è abissale. Se nell’ultimo numero ci trovavamo di fronte al classico A5 piegato e pinzato, qua abbiamo una rivista con stampa tipografica, brossurata, copertina a colori e con una quantità di pagine paragonabile ad un libro! Una cosa che è rimasta inalterata è la dimensione dei caratteri, decisamente piccola, in modo di farci stare più contenuto possibile.
Di cosa parla questa fanzine? Beh parla di musica punk-hardcore, metal, rock e di tutto quello che gli gravita intorno, in particolare esperienze e ricordi dell’autore della rivista, Claudio. Il periodo preso in esame è molto ampio, ed indicativamente spazia dal 2002 al 2013. Ci sono recensioni, live report, interviste, articoli, ecc.
C’è sempre spazio per l’ironia, come una volta, anche se con il passare degli anni si aggiungono anche sentimenti quali nostalgia, riflessioni sul tempo che passa, ecc. D’altronde l’età è cambiata e si è passati dai vent’anni, poi ai trenta e ora si è superati i quaranta, è naturale che pur mantenendo le stesse passioni di un tempo, qualcosa cambia e non solo il cerchietto tolto alla A nel titolo.
Consiglio questa rivista non solo ai vecchi lettori, ma anche alle “nuove generazioni”, quelli che non sanno quale possa essere l’esperienza di lettura che ne consegue e vogliono farsi una idea di cosa significano parole come fanzine e underground.

(Fabrizio Pucci – Genova, 30 Novembre 2013)


Da “MENTAL BEAT” # 1 fanzine
Nessuno Schema. Ho definito il numero 10 un Ulisse di Joyce più lucido e rustico (Miguel Basetta mi è testimone) prima di leggere l’introduzione in cui Claudio parla di stream of consciousness (lo fa, con colpo da maestro, citando i Kreator, band metal di cui non so nulla, se non che al liceo mi facevano paura solo dal nome).
Fatto sta che serve un altro paragone. E allora dico pagine di epica classica, come il titolo della mia antologia di miti e leggende greche al ginnasio. L’epica minima e ruspante ritratta attraverso fantozziane descrizioni di trasferte concertistiche, complicati alberi genealogici di stirpi hardcore, grind o glam e -da sempre la mia parte preferita- pittoreschi quanto reali squarci dell’ultraprovincia alto lariana-valtellinese.
Nessuno Schema (almeno i numeri che avevo) fu la mia guida per autostoppisti galattici durante la mia esperienza lavorativa in Valtellina di qualche anno fa. Grazie a NS esultai quando per la prima volta avvistai lungo la statale 38 l’insegna del dancing Elisir di Regoledo di Cosio. Grazie a NS scoprii che in Valtellina l’Iperal si mangia a colazione Coop, Gigante, Auchan e compagnia ipermarkettizante. Grazie a NS stupii il mio capo di allora per l’approfondimento della tragica storia di suor Laura Mainetti. Grazie a NS arrivai preparato all’impatto con alcuni servizi sul campo dei paesi della Costiera dei Cech.
Grazie Claudio per esserti inventato NS quando io ascoltavo ancora i Queen (1992, mica cazzi). Grazie Claudio per questo monumentale numero 10. E grazie -personalmente parlando- per essere stato mio inconsapevole Virgilio nel mio viaggio lavorativo in Valtellina.

(Enrico Camanzi – Milano, primavera 2014)


Da Pick A Book
NESSUNO SCHEMA # 10
Di cosa parla questa fanzine?
Beh parla di musica punk, metal, rock e di tutto quello che gli gravita intorno, in particolare esperienze e ricordi dell’autore della rivista, Claudio.
Il periodo preso in esame è molto ampio, ed indicativamente spazia dal 2002 al 2013.
Ci sono recensioni, live report, interviste, articoli, ecc.
C’è sempre spazio per l’ironia, come una volta, anche se con il passare degli anni si aggiungono anche sentimenti quali nostalgia, riflessioni sul tempo che passa, ecc.
D’altronde l’età è cambiata e si è passati dai vent’anni, poi ai trenta e ora si è superati i quaranta, naturale che pur mantenendo le stesse passioni di un tempo, qualcosa cambia e non solo il cerchietto tolto alla A nel titolo della rivista.
Consiglio questa rivista non solo ai vecchi lettori, ma anche alle “nuove generazioni”, quelli che non sanno quale possa essere l’esperienza di lettura che ne consegue e vogliono farsi una idea di cosa significano parole come fanzine e underground.

(Alebook – 2015)


Milano HC Messageboard
Ricordo questa fanza a metà anni ’90 nel catalogo di varie distro come SOA, Green Records, Mele Marce, ma sfortunatamente non avevo mai avuto occasione di leggerla!
Leggendola ho respirato nuovamente l’aria del punk-hc appassionato vissuto personalmente in quegli anni…Rispetto, Passione, Determinazione, Musica, Politica, Cazzate, Realtà, Surrealtà, poche seghe mentali e soprattutto Divertimento.
Complimenti per l’iniziativa e magari visto che ci siete organizzate una bella reunion delle FIGA DE FERR!!!…con i tempi che corrono 3 date a San Siro andrebbero sold out immediatamente

(Loredano Zambrini – Milano, Marzo 2016)