Mortacci tua! Incomincio così perché a voi abitanti fuori dall’urbe piace la volgarità romana che fa tanto Alberto Sordi e via dicendo. Per questo ci aggiungo anche un “a te e a tre quarti daa palazzina tua”. E così i convenevoli li abbiamo fatti. Poche righe dopo aver iniziato a scrivere questa e-mail mi è giunta la tua risposta alla mia precedente e-mail. Insomma, ci stavamo pensando l’un l’altro. Fossimo du froci la cosa sarebbe stata bellissima! E’ appunto un mese fa che ti scrissi che mi accingevo a leggere la tua fanza e ci ho messo esattamente un mese, un mese di viaggi in metro verso e da lavoro. Mi sono letto tutto-tutto, pure le recensioni, pure quella cosa su di una stagione dell’Inter, cosa che però ho scorto qua e là perché evidente frutto di una mente instabile. Un giudizio? Beh, mi hai fatto diminuire le diottrie, che per giustificarmi della cosa, non potendo per decenza dire in giro che è stato a causa di una fanza, mi sono messo a dire che sto passando un periodo di depressione, masturbandomi alacremente pensando ad una ex compagna d’università (ho fatto l’industriale, scuola di soli maschi, perciò meglio non dire ex compagna di scuola, a scanso di equivoci). Quindi complimenti per aver sperimentato il modo di ridurre i caratteri tipografici ai loro minimi termini. Dovrebbero metterti nel guinness. O affogarti dentro un bidone di Guinness, sarebbe più giusto. Ti confesso che ho letto tutto-tutto perché mi sono convinto che all’interno della fanza sia nascosto qualche messaggio arcano da decodificare secondo formule matematiche maledette. Deve essere così, non c’è altra spiegazione. Per ora ho capito che c’è di mezzo Satana (altrimenti perché tanti gruppi black metal?), i mostri lovecraftiani che giacciono nel lago, e la fica (se ne parla con tanta insistenza che deve essere cruciale per forza!). Ma parliamo dei contenuti: diciamo che hai scritto un meta romanzo autobiografico con riferimenti alla cultura musicale underground, composto da frammenti dei tuoi ultimi dieci anni alle prese con le tue passioni personali e le vicende di una vita che è passata dall’adolescenza all’età matura (venditi questa definizione, cazzo! L’intellettuale muratore dal cuore punk!!! Ce scopi ‘na cifra!!). La forma di fanzine, anche se espansa oltre i ragionevoli limiti, aiuta nell’accumulare materiale asincrono (dai, usare parole difficili fa sembrare di dire chissà che). Se facevi un libro bello organizzato ed editato, con l’agente letterario giusto, ce facevi pure l’evento editoriale del mese. Certo, se poi eri una fregna ti invitavano pure in televisione, ma non si può avere tutto, ed infatti la fregna la si ottiene sempre troppo poco. Piuttosto irritante il fatto che, spinto da momenti particolarmente ilari, mi mettevo palesemente a sogghignare come uno scemo in metropolitana. Cioè, ormai parlare da soli in metro è concesso dato che tutti pensano che tu stia parlando al cellulare tramite auricolare nascosto da qualche parte, ma ridere? Cosa ho apprezzato di più? Per prima cosa l’ostinatezza nell’accumulare scritti per dieci anni! Poi la sincerità di quanto hai scritto. Senza sfogliare la fanza, mi vengono alla mente le vecchie infami di quando attraversi il ruscello in bicicletta, la pesca al mostro sul lago, i vinili che girano sul piatto a saturare l’aria di musica, il lavoro di comporre le prime fanze con il supporto paziente dei familiari e lo sbattere dei tasti su computer vetusti, i Celtic Frost (che sto ascoltando in questo momento) e gli adoratori del maligno con la faccia pittata con i trucchi della madre, l’amore per la geografia nato dal calcio e dalla corrispondenza coi gruppi, la disperata fauna da bar che vede la partita, la vita di tanti gruppi musicali fatta di prove in sala e testimonianze lasciate in balia del tempo e di collezionisti nostalgici, la struggente vacanza nel posto di vent’anni prima, l’atmosfera dei concerti intrisa di chiacchiere e immancabili viaggi di andata e ritorno in macchina fino al ritorno sul letto di casa. Mi sono trovato citato tre volte e per me è un bell’orgoglio, anche se i miei meriti li hai sicuramente esagerati. Evidentemente le mie cose ti sono capitate al momento giusto, proprio quando ne avevi bisogno, quando hai scoperto certe cose. Per chiudere, grazie per aver scritto la tua fanza (e pure per avermi citato). Ho fatto bene a leggerla dato che mi ha regalato tante emozioni e stralci di una vita diversa ma tanto simile alla mia. Adesso in metro leggerò altro, che tanto ho una pila di roba così. Devo decidermi se una tesi in inglese sugli anfiteatri romani o un libro sull’invasione d’Italia 1943-1944 dalla Calabria a Roma. Ciao : )
(Massimo Moscarelli – ‘Scream Of Anger’ e ‘Tough Guys Don’t Dance’ fanzines – Roma)
Mi sono voluto prendere tempo per poter dare perlomeno un’occhiata concreta (leggerlo tutto di fila sarebbe impossibile, voglio godermelo con calma!) al “mattone” che mi sono ritrovato tra le mani. E proprio di mattone si tratta (d’altronde da un artigiano edile non potevo aspettarmi altro,no?!), un bel mattoncione da 200 pagine che mai mi sarei aspettato di trovare così curato, pieno, vitale. E stampato coi controcazzi. Questo è un libro a tutti gli effetti!! (e se penso ai prezzi allucinanti che sono arrivati a chiedere gli editori per sbolognarti un libro da 200 pagine, si potrebbe dire che Nessuno Schema #10 è regalato!). Il contenuto risulta apparentemente ostico, almeno di prima occhiata, solo per l’assenza d’immagini, ma d’altronde anche il vecchio formato era un wall of text (e così lo erano ‘Abbestia!’, ‘Oriental Beat’, ecc., quindi nulla di cui preoccuparsi). Mi sono immerso nella lettura, divorando subito i primi paragrafi e poi concedendo più calma alla cosa, perchè un’attesa durata più di dieci anni non si può bruciare in un pomeriggio, è salutare e doveroso concedergli il giusto tempo! Al primo approccio random (leggiucchiando qua e là, insomma) ho trovato molti argomenti di mio interesse, vergati col tuo solito stile pur se devo ammettere di aver provato l’impressione che il tempo sembra averti reso più “cupo” che in passato. Ma qui c’è un sacco di roba, praticamente stiamo leggendo la tua vita e ti sei aperto come non mai, lasciando (finalmente) poco spazio all’immaginazione o al dubbio, soprattutto riguardo determinate situazioni della “scena” e racconti vari di cui avevi già accennato nei numeri passati. E’ bello poter leggere nomi di gente che non ho mai conosciuto (a parte il caro Lord Rovedatti,di cui ancora conservo un bel ricordo per averlo aiutato a caricare gli ampli in veste di roadie non ufficiale!!) ma che in qualche modo sento di conoscere grazie alla forza dei tuoi (e loro) racconti. Hai il potere di rendere vicini al lettore i tuoi conoscenti, una cosa mica da poco! E ripensandoci, leggendo i tuoi resoconti sui gruppi “storici” della scena valtellinese non è difficile rendersi conto (pur se a distanza di anni) che quella scena era unica e forse (anzi, sicuramente) non è stata valutata come avrebbe meritato. Unica per gli stili proposti, unica per i personaggi, unica per le condizioni ambientali in cui si è sviluppata. Io dico che l’argomento meriterebbe un libro e quella sana riscoperta, purtroppo tarda, che bene non farà, ma non farebbe neppure male! Chiudendo (sennò qui rischio il wall of text anch’io, anzi già ho fatto troppo) questo nuovo e presumibilmente ultimo capitolo di ‘Nessuno Schema’ accompagnerà placidamente l’estate 2013, goduto con la giusta calma e letto più
volte, in modo di poterne cogliere bene ogni sfumatura. Insomma, l’uscita di NS
dopo una decade è una specie di mezzo miracolo e il risultato va completamente
oltre le mie aspettative! Praticamente il culmine. Puoi chiudere serranda a testa alta (se tu volessi farlo, anche se il piacere della scrittura non finisce mai di elargire sorprese…). Grazie ancora, per tutto quello che hai fatto. E non è poco.
(Riccardo Cogliati – “No Risk, No Fun” fanzine, Olgiate Molgora -Lc-)
La fanzine e’ notevole, quando e’ arrivata pensavo che fosse il nuovo catalogo di ‘Mondoconvenienza’! Dopo un primo momento di shock (dato il numero di pagine) mi sono perso a leggerla iniziando a caso da in mezzo e non mi sono staccato per un pezzo, notevoli le columns sul calcio e quelle sulle vacanze-viaggi-gite. Anch’io tutt’oggi mi sconvolgo a pensare che di certi concerti-festival oi!-hardcore, ma anche di partite e trasferte della Vis Pesaro, ho piu’ ricordi dei viaggi e delle cazzate che dei concerti veri e propri o delle partite. Alla fine essendo completamente staccato dalla scena punk-hc apprezzo piu’ queste cose dal lato bar-calcio-uscite che quelle musicali vere e proprie lasciando stare poi quelle metal, genere che non mi e’ mai piaciuto anche se le recensioni le leggo lo stesso perché sono divertenti.
E’ un po’ difficile parlare di sta fanza perché e’ veramente troppo personale e ha un approccio che forse chi e’ sotto i 30-35 anni non puo’ neanche lontanamente capire non avendo vissuto un certo periodo. Non lo dico ne’ con l’orgoglio di chi l’ha vissuto ne’ per sminuire i ragazzi di adesso, ma perché e’ veramente diverso e troppo lontano da quello che c’e’ ora (a volte a parlare di certe cose mi sembra di essere mio nonno che mi racconta la vita in campagna negli anni ’40 o nel dopoguerra con la differenza che invece e’ passato davvero poco tempo non 60-70 anni).
Tornando (e chiudendo) alla fanzine verrebbe da dire che a tratti c’e’ poca immediatezza, ma in una fanza che racchiude dieci anni di vita forse ce n’è anche troppa di immediatezza!
(Nicola Mazzanti – Pesaro)
Devo dire che anch’io sono sempre stato un fan di ‘Nessuno Schema’ fin dai tempi della ‘zine trentina ‘Equilibrio Precario’ (sai anch’io sono stato il braccio destro -o sinistro, boh…- del vate Stefano Paternoster per circa dieci anni). Trovo bello il fatto di scrivere dei cazzi propri e della propria vita “vera” e poi secondo me scrivi molto bene e mi rivedo anch’io in molte cose, per esempio l’adolescenza solitaria nel mio mondo fatti di aneddoti musicali, dischi e poco altro e nessuno con cui condividere le mie passioni. Poi col tempo ho trovato…. Altra cosa, condividiamo l’età, io però sono del ’73 per cui, caro mio, il 90% dei tuoi aneddoti metalmusicalcazzatiferi li so! Purtroppo la piccolezza dei caratteri mi ha fatto diventare miope già più di quel che sono ma tant’è… La fanza mi è piaciuta moltissimo (come in effetti mi era piaciuta molti anni fa..). Alcune delle cose che ho apprezzato sono la schiettezza di pensiero, la valanga di parole ( pare di ascoltare spesso un discorso-parlato), i vari rimandi e parentesi e aneddoti e riferimenti, l’ amore per la musica ma anche per tutto quello che le gravita intorno (questa roba si descrive come “passione” eh?!), la precisione del voler a tutti costi ribadire, i pochi errori di ortografia (questo, fratello, è rispetto nei confronti del lettore!). Il mio articolo preferito è quello del mostro del lago, l’ho letto proprio con piacere, ma anche le recensioni chilometriche e la mountainbikata. Un po’ meno le trasferte (hockey-calcio), lontane dalla mia “filosofia” rugbystica (ho giocato e ora alleno i bambini) e di fair-play, per dirla tutta, se becco sul fatto l’ultras di turno che mi riga la macchina ha finito di vivere! Non fraintendermi, sono un grande fan dell’ ignoranza, soprattutto a livello musicale. I Manowar mi piacciono perchè mi fanno ridere un sacco, oltre che ad essere grandi songwriters (vabbè…negli anni ’80…)….era solo un esempio. Sia chiaro che questi articoli, comunque mi hanno fatto scompisciare dalle risa !!!!! Beh…comunque è un ‘ opinione. Tornando alla fanza, mi sono piaciute i resoconti dei tuoi concerti, pieni zeppi di persone e fatti “minori” che se poi andiamo a vedere proprio minori non sono….insomma…grandi le trasferte viniliche e gli sbattimenti murator-macchiniferi!!! Un grosso saluto da Trento!
(Boris “Brodolfo Sgangan” Saracco dei Supercanifradiciadespiaredosi – Trento)
Sto leggendo il libro (fanzine) e lo trovo divertente e molto ben fatto. Mi piace come scrivi e integri il tuo vissuto in ogni recensione. Parti da un punto e non si sa mai dove puoi andare a parare. Credimi, questo lo trovo un grande pregio, un grande risvolto pregno di sorprese. Spero che la tua iniziativa editoriale abbia il seguito che merita. Non mollare.
(Andrea Ciccomartino dei Graal, Roma)
Da subito ti scrivo due cose: complimenti e dannazione, ma un carattere più grande per la stampa non lo potevi utilizzare? Ci si storpia la vista a leggere le tue pagine!
Complimenti, per tutto. per le intenzioni, per la volontà di ritornare, per il formato cartaceo, per come è strutturato il volumetto. Insomma, un bel prodotto.
Sui contenuti mi aspettavo cose autoreferenziali, anche se scrivi di eventi, album, canzoni, calcio (ma l’Inter non è calcio!), viaggi, persone, è sempre Claudio il narratore, testimone diretto e che sovrasta. Mi piace la tua capacità di analisi, un po’ sopra le righe, personale, ma sempre chiarita ed esposta con attenzione. Ah, il discorso sulle dimensioni del carattere è una simpatico “maledizione a te”, da parte di un miope, dall’età di 9 anni. Sulla tua squadra sono stato volutamente ironico, il calciò è anche sfottò. Tra l’altro però devo farti i miei ringraziamenti per aver rispolverato nella mia memoria quel famoso Inter-Real Madrid e viceversa. La gara al Bernabeu fu un’ingiustizia palese e, a mio avviso, vergognosa. L’arbitro fu palesemente pro-Real Madrid, ma come tu hai ben sottolineato all’epoca il Real aveva un peso nell’Uefa impressionante. La biglia sulla capoccia di Bergomi quasi era in secondo piano rispetto alla ruvida gara che il Real fece.
Attenzione però, il Real in quegli anni di potere ne aveva e giocare in casa loro era come giocare contro 15 (lo era anche giocare contro il Milan di Sacchi), ma di Coppe Campioni manco una, solo le Uefa. Un potere che in campo poi non sempre la spuntava.
Bello sapere che abbiamo iniziato a seguire il calcio sull’onda del Mondiale ’82. Vinto grazie a molti giocatori gobbi e qualche comparsata di altre squadre. Come sempre è accaduto, del resto….
(Alberto Vitale – metalhead.it)
Ti scrivo perchè ti sto scatenando contro tutti i miei avvocati (cioè il Rasco) per diffamazione. Il mio primo incontro con Lalli, la donna che ammiro di più al mondo, non può essere assolutamente andato come da te descritto sulla fanza. Non è possibile che le mie prime parole a Lalli siano state “sti cazzi”. È possibile che avessi un biglietto da 50.000 con me, ma tutto il resto sono fandonie e te le farò pagare a caro prezzo.
No scherzo.
Comunque per punizione ti obbligo a leggere l’autobiografia di Bob Mould, che è fantastica devo dire, anche per la descrizione di una sua nottata con un roadie tedesco dei Depeche Mode.
Saluti.
(Giacomo “Prof. Botka” Bottà, collaboratore di ‘Nessuno Schema’ dal 1993)